Il Prof. Bruno Biavati, Presidente SIMTREA nel triennio 2004-2006, ha sempre partecipato in maniera attiva alla vita della Società ed a tutt'oggi era socio ordinario. Dal 2015, anno del suo pensionamento, era professore presso l'Università di Malta, a dimostrazione della sua costante volontà di contribuire nell'ambito della microbiologia. Come dimenticare la sua passione per i bifidobatteri, concretizzata nella partecipazione al sottocomitato per la tassonomia di lattobacilli, bifidobatteri e affini, onorata anche dai colleghi che hanno dato il suo nome una specie di bifidobatteri (Bifidobacterium biavatii).
Ricorderemo Bruno come un ricercatore attento, impegnato, disponibile e dal modo gentile e tranquillo.
Di seguito diamo spazio al ricordo di chi ha lavorato con il Prof. Bruno Biavati all’Università di Bologna e di altri Colleghi che hanno voluto condividere con SIMTREA un messaggio.
Il 21 dicembre 2020 è venuto a mancare il prof. Bruno Biavati.
Laureato in Agraria con una tesi in Microbiologia Agraria, sotto la guida del Prof. Vittorio Scardovi, nel 1974 ha ricoperto il ruolo di assistente ordinario presso la cattedra del Prof. Scardovi, quindi Ricercatore, Professore Associato e Professore Ordinario nel 2000. Dopo il pensionamento nel novembre 2015, ha avuto il ruolo di Affiliate Professor all’Università di Malta, dove ha insegnato Microbiologia Generale e Applicata.
È stato tra i primi ricercatori in Europa ad occuparsi di Archea metanogeni, grazie all’esperienza acquisita presso il Virginia Polytechnic Institute. Si è quindi dedicato alla microbiologia e fisiologia dei bifidobatteri, descrivendo diverse specie ed è stato per diversi anni membro del “Subcommittee on the taxonomy of
Bifidobacterium,
Lactobacillus and related organisms”. Ha contribuito alla stesura di molti libri di tassonomia e fisiologia dei bifidobatteri. Come tributo all’attività ricerca su questo gruppo microbico, nel 2012 gli è stata dedicata una specie di bifidobatteri (
Bifidobacterium biavatii). La sua attività ha anche avuto una forte impronta applicativa, focalizzandosi sugli effetti benefici della somministrazione di bifidobatteri e altri probiotici all’animale e all’uomo. È stato uno dei primi docenti in Ateneo a partecipare ai progetti Europei e già nel 6° Programma Quadro il suo gruppo di ricerca era partner di 2. È stato presidente della SIMTREA, dal 2003 al 2005. Presso l’Università di Malta stava portando avanti ricerche nell’ambito del progetto europeo H2020 “Nourishing Probiotics to bees to mitigate stressors”, coordinato dall’Università di Bologna, all’interno del quale aveva svolto stages in 2 aziende, Advance Science in Irlanda e Probiotical a Novara. Sarebbe partito per l’Argentina alla fine del corrente anno.
È stato titolare di numerosi insegnamenti in Ateneo, tra i quali Microbiologia Generale Agraria, Microbiologia Agro-ambientale ed altri in diversi ambiti della Microbiologia Applicata. È sempre stato molto amato dagli studenti, per la capacità di insegnare trasmettendo la passione per il proprio lavoro e l’insaziabile curiosità per la ricerca. Anche all’Università di Malta è stato molto apprezzato come docente e gli studenti, a cui aveva insegnato fino a Novembre 2020, hanno manifestato un grande affetto quando hanno appreso della sua scomparsa.
I colleghi dell’Università di Bologna lo ricordano, oltre che per l’attività accademica, per le sue doti di grande disponibilità, equilibrio e coerenza con cui portava avanti le proprie idee ed il proprio punto di vista. Era noto per avere sempre le parole giuste per tutti, indipendentemente dal ruolo ricoperto in Dipartimento. Sono stati tanti i messaggi di affetto e di cordoglio che ci sono arrivati dai colleghi.
A noi di Microbiologia Agraria dell’Università di Bologna piace ricordarlo così: sorridente ad una conferenza in cui parla di bifidobatteri (la fotografia ci è stata inviata dal Prof. Everaldo Attard dell’Università di Malta) e in bicicletta, un’altra sua grande passione.
Ciao Bruno, ci mancherai moltissimo!
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Prof.ssa Diana Di Gioia e i colleghi della Microbiologia Agraria dell’Università di Bologna
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La prima reazione che ho avuto alla notizia che Bruno Biavati era mancato è stata di incredulità. Mi sembrava impossibile che una persona così attiva e dinamica, sana e forte, che non dimostrava certo i suoi anni, fosse stata brutalmente stroncata, senza alcuna avvisaglia, almeno per noi. In nessun modo mi sentivo preparata a questa eventualità. Il pensionamento non aveva limitato il suo desiderio di continuare ad essere produttivo e utile per gli altri. Oltre ad aver già attivato il suo impegno a Malta, non aveva certo smesso di fare progetti, come avevo avuto occasionalmente modo di verificare nell'ambito di uno scambio di mail di qualche mese fa a proposito di un progetto editoriale.
Nella mia vita professionale ho avuto diverse occasione di collaborare con Bruno: anzitutto entrambi abbiamo condotto ricerche sui batteri metanogeni e sulla digestione anaerobica, poi nella gestione della SIMTREA; infine abbiamo insieme progettato e curato i due testi di Microbiologia generale e agraria e di Microbiologia agroambientale. In questa sede non intendo ricordarlo per le sue doti di ricercatore, di docente e di "maestro", che ho sempre apprezzato, perché è giusto che lo facciano i suoi allievi. Desidero invece ricordarlo per il suo stile, per la visione che aveva della ricerca e del lavoro scientifico e per le sue doti umane, che in questa società frettolosa molti hanno perso.
Era una persona generosa, pronta ad accollarsi lavori "ingrati", che non potevano immediatamente fruttare in termini di pubblicazioni scientifiche, con il risultato però di riuscire a aggregare le persone, coinvolgerle in attività condivise. Era capace di anteporre l'interesse collettivo a quello individuale. Ricordo quanto tenesse a che i due libri di testo che abbiamo curato insieme, apparissero come espressione corale della SIMTREA, con il coinvolgimento, nella stesura dei vari capitoli, di tutte le sedi nazionali della microbiologia agroalimentare e ambientale. Questa sua generosità si manifestava anche nella disponibilità a condividere ricerche e risultati e nella politica di sostegno ai giovani ricercatori.
Aveva il senso dell'ospitalità e spesso offriva la sua sede per gli incontri con colleghi italiani e stranieri, con grande attenzione a che il soggiorno fosse reso il più gradevole possibile e che non mancasse nulla agli ospiti.
Aveva capacità di progettazione ed una visione rivolta non solo al futuro immediato, ma anche a quello più lontano. Affrontava i problemi scientifici senza circoscriverli a pochi ristretti obiettivi, ma inquadrandoli in una dimensione più ampia che teneva conto delle diverse sfaccettature.
Mancherà molto a tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di collaborare con lui e non lo dimenticheremo per l’impronta che ha saputo dare nei settori in cui ha lavorato con dedizione e con l'equilibrio che lo ha sempre contraddistinto, all'insegna della inclusività.
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Ho conosciuto Bruno Biavati quando frequentavo l’Istituto di Microbiologia agraria all’Università di Bologna per lo svolgimento della tesi di Laurea nel gruppo del Prof. Zambonelli. Bruno era già laureato e lavorava col Prof. Scardovi. Fin da allora si manifestò come una persona molto gentile e disponibile, aiutando noi studenti appena entrati ad utilizzare correttamente le strumentazioni.
Poi, per tanti anni, anche se eravamo colleghi, le nostre strade hanno proseguito presso l’Università di Bologna in modo parallelo, in gruppi diversi e anche su tematiche di ricerca completamente differenti: lui nel settore della microbiologia ambientale, mentre io in quella alimentare. Fu quando entrai nel direttivo della SIMTREA che ebbi modo di frequentare Bruno e poi durante la sua presidenza SIMTREA (2004-2006), in cui ero segretaria-tesoriera, la nostra conoscenza si è concretizzata giorno dopo giorno sfociando in un rapporto di grande stima e di sincera amicizia. Grazie a lui ho imparato ad interessarmi a fondo del nostro raggruppamento, delle potenzialità di AGR16 per futuri sviluppi. Bruno era molto attento e seguiva con assiduità la società. Ad ogni collega che entrava in AGR16 o che passava di ruolo mandava un suo messaggio personale di benvenuto e si complimentava per il traguardo raggiunto. Sono stati tre anni densi di incontri perché Bruno desiderava cogliere tutte le possibilità per far crescere la SIMTREA. Ci vedevamo all’Università di Bologna il sabato mattina, quando rientravo da Potenza (allora io ero strutturata presso l’Università della Basilicata) e la mattina volava tra le attività di aggiornamento e di programmazione, alternate a momenti di piacevoli chiacchierate. Ed è stato durante la sua presidenza che abbiamo organizzato a Bologna nel luglio 2006 il 1° Convegno Nazionale SIMTREA e un convegno con la Federalimentare a Roma. Mi ha stimolato a credere maggiormente nelle potenzialità della nostra Società e a dedicare tempo per implementare rapporti, attività.
Sempre solare, sorridente, ironico, costruttivo e pieno di entusiasmo, pignolo e profondo in tutte le sfide che affrontava, Bruno mi ha trasmesso tanta positività. Sviluppare qualcosa insieme era piacevole ed istruttivo perché Bruno andava a fondo nella conoscenza degli argomenti e valutava tutti gli aspetti. Ha partecipato ad alcune delle iniziative che ho promosso nell’ambito della mia università, sostenendomi e consigliandomi e partecipando in prima persona, come in particolare alla Tornata dell’Accademia della Vite e del Vino sul “Territorio lucano” nel 2004, e al 25° ISSY (International Specialized Symposium on Yeasts), che organizzai a Sorrento nel giugno 2007.
Più che un collega negli anni Bruno è diventato un grande amico con cui condividere idee da sviluppare trovando sempre un utile consiglio. Ricordo una situazione spiacevole, legata alla mia università, che mi creava molta preoccupazione, ansia e nervosismo. Gliene parlai e seppe aiutarmi a trovare una soluzione che portasse all’esito auspicato in serenità. Gli sarò sempre grata per essermi stato vicino in quel momento istituzionale per me molto difficile e delicato e di avermi trasmesso negli anni una certa capacità di affrontare con toni più bassi le avversità del mondo lavorativo.
Sono tanti i ricordi che mi affiorano alla mente e che mi fanno rivivere momenti ed episodi trascorsi insieme. In questi giorni spesso mi è venuto in mente quando andavo a Microbiologia agraria all’Università di Bologna, suonavo e quando la porta si apriva, alla fine del lungo corridoio vedevo Bruno che si sporgeva dal suo studio, che era in fondo, e vedendomi mi veniva incontro sorridendo e dicendo ad alta voce “Ecco i lieviti”! Negli anni, sentendomi parlare di lieviti e vino, iniziò a pensare ad una collaborazione tra il mio gruppo e il suo presso l’università di Malta. Infatti, Bruno passava numerosi mesi sull’isola e così si informò, prese vari contatti e organizzò l’incontro con alcune cantine. Era veramente molto premuroso e generoso, era molto legato a Malta e cercava di valorizzare i prodotti locali, tra cui appunto il vino. Furono giorni molto piacevoli, mi fece visitare posti bellissimi e gustare le tipicità locali, tutto organizzato nei dettagli con il punto focale sulle attività da sviluppare all’Università, dove conobbi i suoi colleghi e capii quanto Bruno fosse stimato e importante per le attività di quel dipartimento. Tornai poi una seconda volta per portare avanti un altro progetto, frutto di una sua idea, legato alla caratterizzazione del mead, un prodotto tipico a base di miele, fermentato ad opera dei lieviti. Lavorammo insieme in laboratorio nel dipartimento di Malta, per isolare i lieviti da vari campioni di mead che aveva raccolto. Quante discussioni sui metodi da applicare e quante risate! Sarei dovuta tornare a Malta nella primavera 2020, ma poi la pandemia ha cambiato tutti i programmi. Con lui ho presentato un poster in un congresso internazionale sulla tematica dei lieviti da mead e il capitolo I microrganismi negli alimenti nel libro di Microbiologia dei prodotti alimentari, pubblicato nel 2012, come iniziativa della SIMTREA.
I momenti condivisi sono tanti e nel mio cammino futuro porterò sempre con me il ricordo di Bruno, in particolare della sua curiosità, determinazione, ironia e soprattutto del suo entusiasmo per la vita.
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Ho conosciuto Bruno da studente quando frequentavo come tesista l’Istituto di Microbiologia Agraria e Tecnica della Facoltà di Agraria, diretto dal prof. Vittorio Scardovi, situato all’epoca nella vecchia sede di via Filippo Re a Bologna. Bruno, forse perché influenzato dalla giovialità del prof. Luigi Trovatelli, con cui lavorava in stretto contatto, riusciva sempre a conquistare la simpatia e la stima di tutti, compreso quella del prof. Scardovi che noi tutti rispettavamo per il suo elevato valore scientifico. Negli anni successivi con la soppressione e l’accorpamento degli ex Istituti nei Dipartimenti, la maggioranza del gruppo di Microbiologia abbandonò via Filippo Re e Bruno, insieme a pochi altri, rimase a lavorare con il prof. Scardovi come ricercatore, ancora per qualche anno.
Durante tutti questi anni, benché lavorassimo su argomenti differenti, abbiamo collaborato nell’ambito dei dottorati di ricerca e di alcuni convegni tra cui il workshop “TRAFOON” tenutosi proprio a Bologna. Nei nostri incontri si parlava di tutto: di ricerca, di ricordi legati al nostro vecchio Istituto e dei nostri viaggi. Bruno mi parlava spesso del suo lavoro sui bifidobatteri ma anche della sua passione per la bicicletta e dei viaggi con il suo camper. Disponeva di un camper super attrezzato idoneo per affrontare le traversate compiute in alcune aree del nord Africa. Mi parlava spesso della sua residenza a Malta e dei rapporti che aveva instaurato con la gente e gli studenti del posto, ma soprattutto della sua breve permanenza a Cuba e in Giappone dove era rimasto colpito dall’ospitalità dei giapponesi. Un giorno mi raccontò che al suo ritorno a casa da un viaggio in Giappone, un collega dell’università giapponese lo contattò per sapere se il viaggio di ritorno a Bologna era stato di suo gradimento. Quest’ultimo racconto mi riporta in mente la mia frase iniziale, ovvero la capacità che aveva Bruno di conquistare la simpatia e la stima delle persone che come me hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
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I am deeply saddened by the loss of a collaborator and close friend of nearly forty years. I remember Bruno as immensely dedicated to his profession, both in research and teaching. Our conversations often started with excitement, asking me about an idea that ended with me enlightened. His curiosity was unbounded. Above all, Bruno was an exceptional human being, humble and respectful of others. I particularly recall an immense gratitude to his mentor Prof. Scardovi, an example of Bruno’s kind and thoughtful nature. Bruno departs having enriched the profession and the lives of those who knew him.